Vocazioni e giovani
coltivare il futuro della missione
L’Ordine riconosce il contesto globale complesso, dinamico e in rapida evoluzione, caratterizzato da pluralità, interculturalità e multiculturalismo. Questi fenomeni sono riconosciuti come “fonte di novità e infinite nuove opportunità e sfide, se gestiti bene”. Per orientarsi efficacemente in questo contesto è necessario «ripensare profondamente, alla luce del nostro carisma di misericordia verso i malati, la molteplicità delle dimensioni che strutturano la nostra consacrazione». Inoltre, è necessario un impegno attivo nella nascente «cultura della sinodalità», che richiede «impegno totale, grande entusiasmo e intensa passione per il processo di trasformazione dell’intero Ordine». Si afferma che “solo scelte innovative e percorsi organici ci permetteranno di essere veramente al servizio della missione nella Chiesa e nel mondo della malattia e della salute, facendo risplendere la nostra testimonianza evangelica” (M.I. Piano Strategico 2023-2028).
Nonostante le sfide significative che l’umanità deve affrontare, la popolazione cattolica mondiale è in crescita, con un aumento complessivo di 13.721.000 rispetto all’anno precedente. Questo aumento si osserva nella maggior parte dei continenti, ad eccezione dell’Europa, che ha registrato un calo di 474.000 unità. Le vocazioni presbiterali sono diminuite, tranne che in Africa e Oceania. Il numero dei sacerdoti diocesani nel mondo è diminuito di 439 unità, raggiungendo un totale di 279.171, mentre i sacerdoti religiosi sono aumentati nell’ultimo anno, raggiungendo quota 128.559 (+297) (Agenzia Fides, Le statistiche della Chiesa cattolica 2024). Analogamente, la promozione vocazionale all’interno dell’Ordine riflette questa tendenza globale, mostrando crescita e declino in contesti specifici. Nel 2025 l’Ordine Camilliano conta 237 candidati, di cui 55 novizi e 182 professi temporanei, insieme a 810 sacerdoti e 78 fratelli professi solenni, per un totale di 1125 religiosi. Si osserva una crescita costante delle vocazioni in Africa (Burkina, Benin, Uganda, Kenya) e in Asia (Indonesia, India, Vietnam). Al contrario, è evidente un calo nell’emisfero settentrionale, mentre l’emisfero meridionale presenta maggiori opportunità per la promozione vocazionale.

Inoltre, il persistente calo delle vocazioni religiose nel Nord e la migrazione dei religiosi dal Sud al Nord per colmare le lacune ministeriali rappresentano sfide critiche. Se questi problemi non saranno gestiti in modo efficace e affrontati collettivamente, potrebbero aggravare l’attuale declino delle vocazioni religiose. Sebbene il movimento verso il Nord rappresenti un’opportunità significativa, il mancato riconoscimento di questa realtà, come ammonito da Papa Francesco, potrebbe portare a una “mentalità di sopravvivenza” (Papa Francesco, XXI Giornata Mondiale della Vita Consacrata, 2017).
Questa mentalità «[…] ci rende reazionari, timorosi, chiudendoci lentamente e silenziosamente nelle nostre case e nei nostri preconcetti. Ci fa guardare indietro, ai giorni di gloria – giorni ormai passati – e invece di riaccendere la creatività profetica nata dai sogni dei nostri fondatori, cerca scorciatoie per eludere le sfide che bussano oggi alla nostra porta. Una mentalità di sopravvivenza priva i nostri carismi della loro forza, perché ci porta a “addomesticarli”, a renderli “user-friendly”, privandoli della loro forza creativa originaria. Ci fa desiderare di proteggere spazi, edifici e strutture, piuttosto che incoraggiare nuove iniziative […] ci fa dimenticare la grazia; ci rende professionisti del sacro, ma non padri e madri, fratelli e sorelle di quella speranza di cui siamo chiamati a dare testimonianza profetica”.