Nel corso della sua storia, l’Ordine Camilliano ha anche assunto la guida di parrocchie e rettorie, trasformandole in centri di accoglienza e sostegno spirituale, in particolare per i malati e le loro famiglie. La parrocchia funge da luogo di comunione (koinonia), evangelizzazione (kerygma) e missione (diakonia). Essa offre un contesto in cui incarnare «il dono di rivivere l’amore misericordioso di Cristo per gli ammalati, sempre presente, e di testimoniarlo al mondo» (Cost. n. 1). Secondo lo Statuto della Parrocchia Camilliana (n. 14), «La parrocchia o la canonica affidata ai Camilliani, conformemente alle proprie potenzialità, mette in pratica gli aspetti del carisma camilliano che non possono essere realizzati nelle cappellanie ospedaliere, come l’assistenza ai malati nelle loro case, la formazione dei laici e, in generale, dei volontari della pastorale sanitaria».
I Camilliani amministrano ottantanove (89) parrocchie e rettorie, di cui il 47% situate in Europa e il resto in America (21%), Africa (19%) e Asia-Pacifico (13%). Queste comunità parrocchiali sono chiamate ad essere “comunità di comunità” capaci di accogliere e ascoltare le paure e le speranze delle persone, le loro domande e aspettative (cfr. Gaudium et Spes n. 1), comprese quelle non espresse, in particolare quando affrontano le sfide della malattia, della fragilità, della vecchiaia e della solitudine. Inoltre, queste comunità sono chiamate a offrire una testimonianza coraggiosa e ad annunciare la verità, che è Cristo, il quale, attraverso le nostre azioni e le nostre parole, «esorta, incoraggia, tocca, prende per mano e cammina con noi», realizzando la grande liturgia della salvezza completa della persona. La parrocchia camilliana coltiva e promuove l’ospitalità, l’accoglienza e l’identità.
I Camilliani amministrano ottantanove (89) parrocchie e rettorie, di cui il 47% situate in Europa e il resto in America (21%), Africa (19%) e Asia-Pacifico (13%)
Ospitalità
L’ospitalità implica la creazione di uno spazio per coloro che sono o si sentono emarginati o estranei alla comunità parrocchiale, fornendo sostegno al loro disagio e alle complessità della loro ricerca nella fede, nella vita e nelle relazioni.
Evangelizzazione
L’evangelizzazione di coloro che non coltivano più domande su Dio, o di coloro che le sofferenze fisiche, relazionali e spirituali hanno posto in uno stato di apatia verso la vita stessa, dovrebbe aiutarci a evitare di chiuderci in forme di ministero autoreferenziale, per vivere un ministero permanentemente in uscita (cfr. Papa Francesco).