In copertina: “Non temere piccolo gregge …” Mosaico di Elena Mazzari. Realizzato originariamente per la casa di formazione camilliana ‘San Giuliano’ a Verona ed ora custodito presso la casa di cura ‘San Camillo’ di Milano
LA MEDICINA DELLE CAREZZE
È davvero insostituibile il ruolo degli infermieri nell’assistenza al malato. Al pari di nessun altro, l’infermiere ha una relazione diretta e continua con i pazienti, se ne prende cura quotidianamente, ascolta le loro necessità ed entra in contatto con il loro stesso corpo, che accudisce. È peculiare l’approccio alla cura che realizzate con la vostra azione, facendovi carico integralmente dei bisogni delle persone, con quella tipica premura che i pazienti vi riconoscono, e che rappresenta una parte fondamentale nel processo di cura e di guarigione.
Il Codice deontologico infermieristico internazionale, al quale si ispira anche quello italiano, individua quattro compiti fondamentali della vostra professione: «promuovere la salute, prevenire la malattia, ristabilire la salute e alleviare la sofferenza» (Premessa). Si tratta di funzioni complesse e molteplici, le quali toccano ogni ambito della cura, e che adempite in collaborazione con gli altri professionisti del settore. Il carattere sia curativo che preventivo, riabilitativo e palliativo della vostra azione esige da voi un’elevata professionalità, che richiede specializzazione e aggiornamento, anche per la costante evoluzione delle tecnologie e delle cure.
Questa professionalità, però, non si manifesta solo in ambito tecnico, ma anche e forse ancor più nella sfera delle relazioni umane. Stando a contatto con i medici e con i familiari, oltre che con i malati, diventate negli ospedali, nei luoghi di cura e nelle case il crocevia di mille relazioni, che richiedono attenzione, competenza e conforto. Ed è proprio in questa sintesi di capacità tecniche e sensibilità umana che si manifesta in pieno il valore e la preziosità del vostro lavoro.
Prendendovi cura di donne e di uomini, di bambini e anziani, in ogni fase della loro vita, dalla nascita alla morte, siete impegnati in un continuo ascolto, teso a comprendere quali siano le esigenze di quel malato, nella fase che sta attraversando. Davanti alla singolarità di ogni situazione, infatti, non è mai abbastanza seguire un protocollo, ma si richiede un continuo – e faticoso! – sforzo di discernimento e di attenzione alla singola persona. Tutto questo fa della vostra professione una vera e propria missione, e di voi degli “esperti in umanità”, chiamati ad assolvere un compito insostituibile di umanizzazione in una società distratta, che troppo spesso lascia ai margini le persone più deboli, interessandosi solo di chi “vale”, o risponde a criteri di efficienza o di guadagno.
La sensibilità che acquisite stando ogni giorno a contatto con i pazienti faccia di voi dei promotori della vita e della dignità delle persone. Siate capaci di riconoscere i giusti limiti della tecnica, che non può mai diventare un assoluto e mettere in secondo piano la dignità umana. Siate anche attenti al desiderio, talora inespresso, di spiritualità e di assistenza religiosa, che rappresenta per molti pazienti un elemento essenziale di senso e di serenità della vita, ancora più urgente nella fragilità dovuta alla malattia.
Per la Chiesa, i malati sono persone nelle quali in modo speciale è presente Gesù, che si identifica in loro quando dice: «Ero malato e mi avete visitato» (Mt 25,36). In tutto il suo ministero, Gesù è stato vicino ai malati, li ha accostati con amorevolezza e tanti ne ha guariti. Incontrando il lebbroso che gli chiede di essere sanato, stende la mano e lo tocca (cfr Mt 8,2-3). Non ci deve sfuggire l’importanza di questo semplice gesto: la legge mosaica proibiva di toccare i lebbrosi e vietava loro di avvicinarsi ai luoghi abitati. Gesù però va al cuore della legge, che trova il suo compendio nell’amore del prossimo, e toccando il lebbroso riduce la distanza da lui, perché non sia più separato dalla comunità degli uomini e percepisca, attraverso un semplice gesto, la vicinanza di Dio stesso. Così, la guarigione che Gesù gli dona non è solo fisica, ma raggiunge il cuore, perché il lebbroso non solo è stato guarito ma si è sentito anche amato. Non dimenticatevi della “medicina delle carezze”: è tanto importante! Una carezza, un sorriso, è pieno di significato per il malato. È semplice il gesto, ma lo porta su, si sente accompagnato, sente vicina la guarigione, si sente persona, non un numero. Non dimenticatelo.
Anni fa, un religioso mi confidò che la frase più toccante che gli era stata rivolta nella vita era quella di un malato, che egli aveva assistito nella fase terminale della sua malattia. “La ringrazio, padre – gli aveva detto – perché lei mi ha sempre parlato di Dio, pur senza nominarlo mai”: questo fa la tenerezza. Ecco la grandezza dell’amore che rivolgiamo agli altri, che porta nascosto in sé, anche se non ci pensiamo, l’amore stesso di Dio.
Non stancatevi mai di stare vicini alle persone con questo stile umano e fraterno, trovando sempre la motivazione e la spinta per svolgere il vostro compito. Siate anche attenti, però, a non spendervi fino quasi a consumarvi, come accade se si è coinvolti nel rapporto coi pazienti al punto da farsi assorbire, vivendo in prima persona tutto ciò che accade loro. Quello che svolgete è un lavoro usurante, oltre che esposto a rischi, e un eccessivo coinvolgimento, unito alla durezza delle mansioni e dei turni, potrebbero farvi perdere la freschezza e la serenità che vi sono necessarie. State attenti! Un altro elemento che rende gravoso e talora insostenibile lo svolgimento della vostra professione è la carenza di personale, che non può giovare a migliorare i servizi offerti, e che un’amministrazione saggia non può intendere in alcun modo come una fonte di risparmio.
Consapevole del compito così impegnativo che svolgete, colgo l’occasione per esortare i pazienti stessi a non dare mai per scontato quanto ricevono da voi. Anche voi, malati, siate attenti all’umanità degli infermieri che vi assistono. Chiedete senza pretendere; non solo aspettatevi un sorriso, ma anche offritelo a chi si dedica a voi. A questo proposito, un’anziana signora mi ha raccontato che, quando si reca in ospedale per le cure di cui ha bisogno, è così grata ai dottori e agli infermieri per il lavoro che svolgono, che cerca di mettersi elegante e di farsi bella per dare a sua volta qualcosa a loro. Nessuno quindi dia per scontato quanto gli infermieri fanno per lui o per lei, ma nutra sempre per voi il senso di rispetto e gratitudine che vi è dovuto. E con il vostro permesso, io vorrei rendere omaggio a un’infermiera che mi ha salvato la vita. Era un’infermiera suora: una suora italiana, domenicana, che è stata inviata in Grecia come professoressa, molto colta… Ma sempre come infermiera poi è arrivata in Argentina. E quando io, a vent’anni, ero in punto di morte, è stata lei a dire ai dottori, anche discutendo con loro: “No, questo non va, bisogna dare di più”. E grazie a quelle cose, io sono sopravvissuto. La ringrazio tanto! La ringrazio. E vorrei nominarla qui, davanti a voi: suor Cornelia Caraglio. Una brava donna, anche coraggiosa, al punto da discutere con i medici. Umile, ma sicura di quello che faceva. E tante vite, tante vite si salvano grazie a voi! Perché state tutto il giorno lì, e vedete cosa accade al malato. Grazie di tutto questo!
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI MEMBRI DELLA FEDERAZIONE DEI COLLEGI INFERMIERI PROFESSIONALI, ASSISTENTI SANITARI, VIGILATRICI D’INFANZIA (IPASVI) – Sabato, 3 marzo 2018
DELEGAZIONE CAMILLIANA A TAIWAN
Anche nella nostra realtà ospedaliera del St. Mary’s Hospital, l’evento del capodanno cinese – momento di vacanza anche per I nostri collaborator – è stato festeggiato con la suggestive coreografia della danza dei dragoni e dei leoni simboli di prosperità e con la consegna della tradizionale ‘busta rossa’ – con un omaggio – ai dipendenti, simbolo di gioia.
Il Superiore generale su richiesta del Superiore provinciale delle Filippine ha eretto canonicamente la nuova comunità di Nan-Ao Township (Yilan County – Taiwan).
SCARICA QUI il resoconto del viaggio in Cina di p. Giuseppe Didonè
PROVINCIA NORD ITALIANA – pastorale giovanile vocazionale camilliana
FEDELTÀ CREATIVA AL CARISMA CAMILLIANO
Come tutti gli altri Ordine e Congregazioni, anche il nostro è chiamato, per dirla con un sociologo, a tenere riunite radici e ali, cioè a coniugare armoniosamente tradizione e novità. Secondo questo autore, le radici simbolizzano la tradizione, mentre le ali parlano di innovazione, di progettualità. Le radici senza le ali portano al conservatorismo e al mantenimento dello status quo, le ali senza le radici conducono all’utopia, cioè in nessun luogo”.
CAPPELLANIA OSPEDALE SAN GIOVANNI – CAMILLIANI ROMA
PROVINCIA DELL’INDIA
PROVINCIA BRASILIANA
PROVINCIA SICULO-NAPOLETANA – nuova missione parrocchiale
CAMILLIANUM – Roma
Seminario: LA QUESTIONE SOCIALE È QUESTIONE MORALE
“La questione sociale è questione morale”, così inizia l’enciclica Populorum progressio del beato Paolo VI, documento che rimane ancora attuale nella sua analisi: «Il mondo è malato. Il suo male risiede meno nella dilapidazione delle risorse o nel loro accaparramento da parte di alcuni che nella mancanza di fraternità tra gli uomini e tra i popoli» (n. 66).
Il Seminario interdisciplinare pone l’attenzione su due questioni: la disuguaglianza non è una calamità fuori dalle nostre responsabilità, ma è il risultato delle nostre scelte politiche ed economiche che dobbiamo riorientare a partire dalla tutela del bene comune; la gestione della cura della salute, che è bene comune e relazionale, può aiutare a prospettare nuove piste di solidarietà e condivisione.
LEGGI QUI L’ARTICOLO DI AGENSIR
Corso di Alta formazione in PASTORALE DELLA CURA E DELLA SALUTE. Edizione 2018.
La salute coinvolge tutti i fattori cruciali dell’esistenza, non solo quelli biologici, ma anche quelli antropologici, spirituali, psicologici, socio-culturali ed economici. L’esperienza della vulnerabilità pone domande di aiuto che trovano risposta nell’ambito socio-sanitario, ma apre anche questioni di senso che interpellano la teologia e la filosofia.Il corso di Pastorale della Cura e della Salute s’impegna a fornire gli strumenti concettuali adeguati a promuovere la pastorale della salute nell’attuale contesto culturale pluralista e bisognoso di fiducia e speranza. (dalla Presentazione)
Durata complessiva del corso 3 mesi: 20 ore per 9 weekend, da aprile a giugno 2018.
Termine iscrizioni: 3 aprile 2018.
SCARICA QUI IL PROGRAMMA
RELIGIOSE FIGLIE DI SAN CAMILLO
PROVINCIA CAMILLIANA DELLE FILIPPINE
La visita ha avuto alcuni momenti ‘speciali’: l’incontro di cortesia con l’arcivescovo di Manila Cardinale Luis Antonio Tagle; l’ordinazione sacerdotale di p. Anthony Ongcal; l’inizio del noviziato a Baguio per tre giovani candidati: Ruel Fernandez, Paul Austin Echavez e Benjie Ibanez.
ROMA – COMUNITA’ ‘BEATO E. REBUSCHINI’
«I processi di internazionalizzazione dovrebbero impegnare tutti gli Istituti (…) a diventare laboratori di ospitalità solidale dove sensibilità e culture diverse possano acquisire forza e significati non conosciuti altrove e quindi altamente profetici. Questa ospitalità solidale si costruisce con un vero dialogo tra le culture perché tutti possano convertirsi al Vangelo senza rinunciare alla propria particolarità. L’obiettivo della vita consacrata non sarà quello di mantenersi come stato permanente nelle culture diverse che incontrerà, ma quello di mantenere permanente la conversione evangelica nel cuore della costruzione progressiva di una realtà umana interculturale». (CIVCSVA, Per vino nuovo otri nuovi. Dal Concilio Vaticano II la vita consacrata e le sfide ancora aperte. Orientamenti, n. 40§1)
LETTERA PASTORALE DEL SUPERIORE GENERALE ALLA COMUNITA CAMILLIANA ‘CASA ENRICO REBUSCHINI’ DI ROMA
INCONTRI DELL’ ORDINE CAMILLIANO – SESSENNIO 2014 – 2020
PROVINCIA CAMILLINA DEL BURKIAN FASO
VICE PROVINCIA CAMILLIANA DEL BENIN-TOGO
Insieme con il profeta Davide diciamo: “Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore” (Sal 138,1a). Un rendimento di grazie perché il seme di senape è diventato un grande albero e gli uccelli del cielo si riparano alla sua ombra (Mc 4,30-32). È una semplice avventura dello spirito quando nasceva nell’animo dei promotori dell’ideale missionario: padre Fulvio Barca, padre Antonio Busiello, padre Vincenzo Di Blasi il desiderio di andare in Africa. Sogno che sembrava irrealizzabile e invece attraverso monsignor Adimou, lo Spirito di Dio suscitò la richiesta di domandare ai figli di san Camillo di poter esercitare il loro carisma a beneficio delle popolazioni più povere ed abbandonate del Paese, la gente del lago Nokouè, chiamati i Toffinous.
DELELGAZIONE IN KENYA
Patrick Makau Kanuya – Diocesi di Machakos
Dennis Gekondo Atandi – Diocesi di Kisii
John Kariuki Mwangi – Diocesi di Nakuru
Dominic Mutuku Nthenge – Diocesi di Machakos
E le ordinazione diaconali di:
Fr. Paul Kabito Omboga – Diocesi di Kisi
Fr. Godfrey Wanyelo Mwarumbe – Arcidiocesi di Mombasa
Fr. Josphat Okemwa Onchweri – Diocesi di Kisii
Le celebrazioni saranno presiedute dall’Arcivescovo di Nairobi Sua Eminenza Cardinale John Njue
FAMIGLIA CAMILLIANA LAICA
MINISTRE DEGLI INFERMI DI SAN CAMILLO – LUCCA
CHIESA DI SANTA MARIA MADDALENA – Restauro della sacrestia della ‘Maddalena’
Si ringrazia per il contributo e l’interessamento il F.E.C. (Fondi Edifici di Culto – Ministero degli Interni), proprietario del pregiato immobile e la Sovrintendenza dei Beni Culturali di Roma per il supporto tecnico e professionale.
TOUR VIRTUALE DELLA MADDALENA
Ecco alcune foto del backstage! Appena saranno disponibili, condivideremo i video della registrazione!
RELIGIOSI DEFUNTI
«Ecco, ora svaniscono. I volti e i luoghi, con quella parte di noi che, come poteva, li amava, per rinnovarsi, trasfigurati, in un’altra trama!» (T.S. Eliot).
I confratelli camilliani della Provincia Francese, comunicano il decesso del confratello p. Arsène MICHELS (82 anni). Ricordiamo p. Arséne nelle nostre preghiere! NECROLOGIO ITALIANO/ FRANCESE