«Camillo ha vissuto una Dimensione mariana esistenziale» e non era una “devozione al massimo”. Siamo sulla linea della «Redemptoris Mater», di S. Giovanni Paolo II che scrive «La dimensione mariana della vita di un discepolo di Cristo si esprime in modo speciale proprio mediante tale affidamento filiale nei riguardi della Madre di Dio, iniziato col testamento del Redentore sul Golgota. Affidandosi filialmente a Maria, il cristiano, come l’apostolo Giovanni, accoglie «fra le sue cose proprie» la Madre di Cristo e la introduce in tutto lo spazio della propria vita interiore, cioè nel suo «io» umano e cristiano: «La prese con sé». Così egli cerca di entrare nel raggio d’azione di quella «materna carità», con la quale la Madre del Redentore «si prende cura dei fratelli del Figlio suo», «alla cui rigenerazione e formazione ella coopera» secondo la misura del dono, propria di ciascuno per la potenza dello Spirito di Cristo. Così anche si esplica quella maternità secondo lo spirito, che è diventata la funzione di Maria sotto la Croce e nel cenacolo.» [45]
Camillo scopre essere in Maria, Madre di Dio e degli uomini, il segno significativo dell’esistenza che andava ricercando per vie false ed errate. Finalmente ha trovato il modello che risponde ai suoi interrogativi di uomo alla ricerca di una soddisfacente realizzazione esistenziale. Può ora fissare in Lei il modello antropologico della sua esistenza.
di P. Felice Ruffini camilliano
Articolo ripreso dal sito sancamillo.org
BUCCHIANICO – B.V. del Carmine Affresco raffigurante la Madonna col Bambino e Sant’Antonio da Padova (sec. XV), proveniente dalla Chiesa rurale di Santa Maria del Carmine. L’affresco è stato staccato, poco dopo il 1950, da una nicchia collocata su una parete interna dell’antica chiesa. Quest’ultima, pericolante, è stata demolita e ricostruita nei pressi del sito originario (Arch. Giuliano Di Menna). La Chiesetta antica anche al tempo di San Camillo sorgeva sulla balza all’incrocio di tre strade: quella di sinistra scende a valle sul fiume Alento, per poi risalire verso Chieti e ridiscendere sulla Statale Tiburtina. E’ poco fuori dell’abitato e senza alcun dubbio ha ricevuto più di una visita del nostro Santo, sia da giovincello che da convertito e Fondatore. Come non vederlo dinanzi ad Essa in preghiera e meditazione? Il prezioso reperto è gelosamente custodito presso il Santuario nella cittadina natale di padre Camillo, Bucchianico.
L’arciconfraternita di S. Giacomo degli Incurabili eresse, nel medesimo anno 1525 una chiesolina per accogliere l’immagine. Questa chiesetta viene ricordata nel catalogo di S. Pio V (sopra p. 99 n. 111: S. Maria delli Miracoli, Oratorio di S. Iacomo) ed in quello dell’Anonimo Spagnuolo (p. 111 n. 182). L’ immagine poi fu trasferita nella chiesa eretta sulla Piazza del Popolo, fra il Corso e Via Ripetta nel 1664… (Christian Hülsen, “Le Chiese di Roma nel Medio Evo”, pubblicata da Leo S. Olschki a Firenze nel 1927, n. 35)
ROMA – Ospedale San Giacomo degli Incurabili – La Chiesa di S. Giacomo, che ha la facciata
Questa immagine di “Madonna miracolosa” viene esposta nella prima chiesa officiata dai Camilliani in Bucchianico, quella della Nuntiata, Notizia interessante che pone, però, l’interrogativo di individuazione e di provenienza di questa Madonna Pellegrina. Forse è quella di Lanciano venerata nel Santuario della “Madonna delle Grazie del Ponte”, di origine paleo-cristiana. Gli Autori lo fanno intendere sottolineando un certo legame con Lanciano. Infatti questo Santuario intorno al 1608 riceve da Bucchianico le travi per la ricostruzione del Santuario.