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Beato Enrico Rebuschini
Beato Enrico Rebuschini: la bellezza della santità “feriale” Enrico – nato a Gravedona (Como) il 28 aprile 1860 e morto a Cremona il 10 maggio 1938 – ci insegna che la carità non è solo eroica, ma feriale, ossia santità vissuta nella quotidianità dell’esistenza. Uno come noi; eppure, tanto diverso da noi, scrive chi lo ha conosciuto. Non ha compiuto azioni straordinarie, ma ha vissuto con straordinaria spiritualità la vita di ogni giorno. Un religioso mite, umile, silenzioso, sempre disponibile ad aiutare i confratelli, i malati, i poveri, anche quando poteva ben sapere che qualcuno abusava della sua bontà. Una vita vissuta nel silenzio, nella preghiera, nell’umiltà e nella carità, in una parola nella santità quotidiana, concreta, reale, che può essere imitata e praticata da tutti coloro che vogliono impegnarsi nel servizio generoso e incondizionato a Dio e al prossimo, in particolare ai bisognosi e ai malati. La via della carità che ci insegna Enrico Rebuschini è quella della preghiera e del servizio vissuti nella ferialità del quotidiano. “Consumare il proprio essere per dare Dio al prossimo, vedendo in esso il volto stesso del Signore”.
Intendiamo per santità una qualità di vita meritevole di grande rispetto. Il santo evoca un eccellente livello morale nelle azioni…
In una delle sue opere, Urs Von Balthasar scrive che, nella storia della chiesa, «lo Spirito Santo tutto d’un tratto…
Di Antonio Casera in “Beato Enrico Rebuschini. Angelo dei sofferenti” edizione Velear. San Camillo, oltre ai tre voti tradizionali di…