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Vice Provincia del Perù
La vice Provincia del Perù
la Viceprovincia è impegnata in diverse aree apostoliche. Tra le cappellanie ospedaliere si contano importanti presenze a Lima, Arequipa, Trujillo e Huancayo.

La Vice-provincia del Perù è stata fondata nel 1735, anno in cui il Convento della Buenamuerte a Lima viene riconosciuto giuridicamente. Tuttavia, la presenza camilliana nel Paese ha origini ancora più antiche, risalenti all’arrivo del padre Golbodeo Carami nel 1709. Con l’aiuto di diverse personalità locali, egli fonda nel 1716 la prima comunità camilliana del continente americano, composta da tre religiosi. Nonostante i primi tentativi falliti di padre Andrés Sicli, fu proprio Carami a dare avvio alla presenza stabile dell’Ordine in Perù. La Consulta Generale aveva già autorizzato nel 1704 la sua missione nelle Indie con lo scopo di raccogliere fondi per la beatificazione di San Camillo e far conoscere il carisma dell’Ordine.

Attualmente, la Vice provincia del Perù conta sei comunità religiose: il Convento della Buenamuerte a Lima, fondato nel 1735 e composto da otto religiosi; la Comunità Mártires de la Caridad ad Arequipa, dal 1981 con quattro religiosi; la Comunità San José a Trujillo, attiva dal 1991 con tre religiosi; la Comunità Pedro Marieluz Garcés a Lima, aperta nel 1995 con tre religiosi; la Comunità Beato Luis Tezza, fondata nel 2002 con sei religiosi; e infine la Comunità Nostra Signora della Salute a Huancayo, nata nel 2007 con tre religiosi.

Nel corso dei secoli, la presenza camilliana ha vissuto momenti di grande espansione, crisi e rinnovamento. Nel XVIII secolo, grazie all’acquisizione di cinque haciendas nella valle di Cañete, il Convento della Buenamuerte conobbe una notevole fioritura economica e missionaria, che permise l’estensione dell’Ordine in altre regioni del Perù come Arequipa e Huamanga, nonché in Bolivia, Ecuador e Colombia. Tuttavia, le guerre d’indipendenza e i cambiamenti normativi portarono alla soppressione di molte case, lasciando il convento di Lima come unico presidio, soppresso e restaurato più volte per l’incapacità di mantenere il numero minimo di religiosi richiesto.

La rinascita avvenne grazie all’arrivo di religiosi da vari Paesi europei, che rilanciarono la vita comunitaria e consentirono il reinserimento della Casa della Buenamuerte nella giurisdizione della Casa Generalizia. La vendita delle proprietà agricole permise inoltre di liberare l’Ordine dai debiti.

Un secondo momento di crescita si ebbe a metà del Novecento, con un significativo afflusso di religiosi stranieri. In questo periodo furono avviate importanti iniziative sociali e sanitarie, tra cui il Consultorio Gratuito San Camilo e la costruzione del Seminario de Vagues. Tuttavia, con la creazione della Provincia peruviana, l’Ordine attraversò un nuovo periodo di crisi a causa della riduzione del numero dei religiosi e della mancanza di vocazioni. Il seminario minore fu chiuso e alcuni sacerdoti lasciarono la comunità. La ripresa fu possibile grazie al sostegno della Provincia Lombardo-Veneta, che inviò nuovi religiosi, riaprì il seminario nel 1980 e diede nuovo impulso al lavoro ospedaliero e sociale, istituendo il Centro di Formazione Sanitaria San Camilo e avviando nuove opere.

Attualmente, la Viceprovincia è impegnata in diverse aree apostoliche. Tra le cappellanie ospedaliere si contano importanti presenze a Lima, Arequipa, Trujillo e Huancayo. L’Opera di San Camilo, con la clinica e gli ambulatori, rappresenta un punto di riferimento sanitario. Particolarmente significativi sono i progetti rivolti ai più vulnerabili, come gli Hogar San Camilo presenti a Lima, Arequipa e Huancayo, che offrono programmi per persone affette da HIV/AIDS, rifugi per bambini e anziani, e strutture come La Posada e il Rifugio Rebuscchini, per i senza fissa dimora e i malati di cancro.

Nel campo della formazione, la Vice-provincia gestisce il Seminario Minore San Camilo, accoglie novizi e juniori, ed è attiva nel Centro di Formazione Sanitaria San Camilo. Esistono inoltre centri di ascolto e una rete di collaborazione con operatori sanitari, volontari e gruppi laici.

Le sfide future includono il rafforzamento della risposta ai bisogni dei malati e dei poveri, la ristrutturazione delle opere sociali, l’ampliamento dei servizi dell’Opera di San Camilo, e la formazione di nuovi religiosi capaci di assumere le responsabilità pastorali e formative. Tra i progetti in corso, particolare attenzione è rivolta all’autosostenibilità economica e alla possibilità di diventare Provincia a tutti gli effetti.

 

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Ospedali
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Parrocchie
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Centri universitari
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Case di formazione
Contatti

Jiron Ancahs 847 
Cercado de Lima – Lima 1
Apartado 334      

Nel corso del 2024, la Viceprovincia ha celebrato con solennità il Giubileo del IV centenario della morte di San Camillo, accogliendo il Cuore del Santo e rinnovando l’impegno apostolico. Inoltre, è stata restaurata la facciata del Complesso della Buenamuerte, simbolo e cuore pulsante di una presenza secolare che continua ad animare la vita religiosa e sociale del Perù.

Negli anni Sessanta, l’attività camilliana si espanse nella capitale, dove nacque un piccolo ospedale a Bangkok, oggi trasformato nel moderno Camillian Hospital con centocinquanta posti letto. A Prachinburi, nel 1965, si avviò una missione per la cura dei lebbrosi, che nel tempo divenne una casa di accoglienza per anziani malati e abbandonati. Nel 1973, la presenza fu consolidata con la registrazione ufficiale della Fondazione San Camillo della Thailandia, riconosciuta come ente di pubblica utilità. Nel 1977 si aprì a Sampran un seminario per giovani vocazioni, e successivamente, accanto ad esso, una casa di riposo che funge anche da spazio formativo. Il percorso formativo si arricchì ulteriormente nel 1989 con un centro per giovani studenti a Sriracha, dove si accompagna il discernimento vocazionale dopo la scuola superiore.

 

La risposta camilliana ai bisogni emergenti del Paese si è distinta anche nella delicata sfida dell’HIV/AIDS. Un primo tentativo di assistenza nel 1993, nei sobborghi di Bangkok, fu ostacolato dallo stigma sociale, ma nel 1996 venne inaugurato a Rayong un Centro Sociale per malati terminali e bambini sieropositivi orfani. A questa iniziativa seguirono il Giardino dell’Eden, per disabili abbandonati sieropositivi, e il Centro Indipendente, dedicato ai giovani. L’ampliamento dell’opera continuò nel 1999 con una nuova casa di cura a Chianthaburi, in un terreno concesso dalla diocesi, e nel 2004 con il Centro Sociale di ChiangRai, pensato per bambini poveri delle tribù montane e bambini disabili abbandonati.

Nel 2008 fu avviata a Latkrabang, alla periferia di Bangkok, una casa per orfani disabili, con un servizio diurno e un centro per la pastorale sanitaria che ospita anche gli uffici centrali della Fondazione. Nel 2011 fu aperta la Casa Sitthida a Ratchaburi per bambini disabili assistiti durante il giorno. Due anni dopo, nel 2013, una signora donò in uso un villaggio nella zona di Pathanakan, trasformato in una casa per settanta anziani. Più recentemente, nel 2017, è stata inaugurata la quinta casa di cura, nella diocesi di Nakhorn Ratchasima, con una capienza di centocinquanta posti.

Le attività caritative si sono moltiplicate, tutte rivolte a chi vive in condizioni di marginalità estrema: bambini orfani affetti da HIV/AIDS, disabili abbandonati, anziani poveri e soli. Queste opere si configurano come presenze silenziose ma profonde nelle periferie umane e geografiche del Paese, dove la gratuità della cura è segno tangibile del Vangelo della compassione.

Gruppo di fratelli e suore camilliane dopo una celebrazione