Dicembre 2017 PDF NEWSLETTER FRANCESE
San Camillo in adorazione del Bambino Gesù, Pala d’altare nella Cappella delle reliquie – ‘S. Maria del Paradiso’ – Verona
Dio ha rivelato la pienezza dell’amore nel mistero dell’Incarnazione; in Cristo Gesù si sono manifestate la bontà di Dio Salvatore nostro e la sua umanità (Tit 3,4). Assumendo la natura umana Cristo, con solidarietà soprannaturale, ha legato a sé, come una famiglia, l’intero genere umano.
Costituzione – Camilliani, 3
God revealed the fullness of love in the mystery of the Incarnation; in Jesus Christ, the kindness of God our Saviour and his humanity has become manifest (Tit 3:4). In assuming human nature, Christ, in supernatural solidarity, has united to himself all humanity as a family.
Constitution – Camilllians, 3
Dieu nous a révélé la plénitude de l’amour dans le mystère de l’incarnation; en Jésus, ont été manifestées
la bonté de Dieu notre Sauveur et son humanité (Tit 3,4). En assumant la nature humaine, il s’est uni, par solidarité surnaturelle, comme une famille, l’humanité toute entière.
Dios ha revelado la plenitud del amor en el misterio de la Encarnación; en Cristo Jesús se ha manifestado
la bondad de Dios nuestro Salvador y su humanidad (Tit 3,4). Cristo, asumiendo la naturaleza humana, ha unido a sí, con solidaridad sobrenatural, a todo el género humano como una sola familia.
Constitución – Camilos, 3
Auguri!
PROPOSITO E GIURAMENTO DEI PRIMI «SERVI DEGLI INFERMI» NEL RICEVERE LA CROCE ROSSA
Roma 1586 – Testo di Camillo
Il candidato — secondo una liturgia inventata da Camillo — dopo aver partecipato alla celebrazione dell’Eucaristia, s’inginocchiava davanti all’altare e pronunciava le due formule. Quindi gli veniva appuntata sul petto la croce rossa, mentre i confratelli cantavano: «Chi vuol venire dietro a me prenda la sua croce e mi segua» e «Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo».
Onnipotente Iddio, creatore mio, misericordia mia, padre del mio Signore Gesù Cristo, ti rendo grazie infinite perché per la tua bontà ti sei degnato di chiamarmi al tuo santo servizio. E io per amor tuo, qui alla presenza della tua divina maestà e di tutta la Corte celeste, con tutto l’affetto del cuore e dell’anima mia, propongo di osservare castità, povertà e obbedienza e di servire i poveri infermi, tuoi figli e miei fratelli, per tutto il tempo della mia vita, con la maggior carità di cui io sarò capace, aiutato dalla tua divina grazia. Quindi, per l’amore che ti ha spinto a mandare il figlio tuo nel mondo a morire per il genere umano (ed egli disse che era venuto a portare il fuoco sulla terra, e che altro non voleva se non che fosse già acceso), io ti prego che tu mantenga il cuor mio acceso dal fuoco di tale amore senza che mai si estingua, perché io possa perseverare in questa santa opera e, perseverando, giunga alla gloria celeste, per poterti godere e lodare in eterno con i tuoi eletti. Amen.
Signor mio Gesù, per il grandissimo desiderio che ho di osservare questo mio santo proposito, e per armarmi contro le tentazioni future, alla tua divina presenza e dinanzi a tutta la Corte del Cielo giuro sul santo Vangelo che ogni volta che io pensassi di lasciare la Congregazione (cosa che Dio non permetta mai!) prima di allontanarmene mi ritirerò in una stanza per alcuni giorni, secondo il tempo che il superiore mi concederà. Qui mi raccomanderò alla tua divina Maestà, e poi farò tutto quello che riterrò meglio per la salvezza dell’anima mia. Così mi aiuti il Signore e questi santi Vangeli di Gesù Cristo.
Messaggio del Santo Padre Francesco per la XXVI Giornata Mondiale del Malato – 11 febbraio 2018
I Camilliani della provincia camilliana del Brasile, dal 2 al 5 novembre u.s., hanno celebrato l’incontro annuale dei formatori ed animatori vocazionali (4) e dei giovani in formazione (17).
In occasione dei 40 anni della rivista O Mundo da Saúde: alcuni ricordi storici
di p. Leocir Pessini – Superiore generale
PROVINCIA NORD ITALIANA – SEVESO
Martedì 19 dicembre, presso la Casa Betania delle Beatitudini di Seveso, l’arcivescovo DI Milano, mons. Mario Delpini aprirà il processo relativo al Servo di Dio camilliano fr. ETTORE BOSCHINI.
Pubblichiamo l’Editto emanato dal Servizio diocesano per le Cause dei Santi.
Lettera invito -causa beatificazione fr. Ettore
PROVINCIA NORD ITALIANA – CREMONA
L’eucaristia è stata presieduta dal superiore generale, mentre p. Bruno Nespoli, superiore provinciale ha tenuto l’omelia. Attorno al confratello hanno partecipato alla sua gioia, alcuni familiari, i confratelli della comunità ed altri convenuti dalle comunità di Trento e di Pavia. All’eucaristia erano presenti numerosi amici e fedeli che nel tempo hanno conosciuto fr. Scarpa frequentando la casa di cura.
DELEGAZIONE DEL VIETNAM
25° ANNIVERSARIO DELLA PRESENZA CAMILLIANA IN VIETNAM (1992-2017)
MESSAGGIO del SUPERIORE GENERALE ITALIANO / INGLESE



Alla celebrazione hanno partecipato il superiore generale p. Leocir Pessini, il superiore provinciale della provincia tailandese p. Pairat Sriprasert, il delegato della provincia anglo-irlandese p. Stephen Foster, il delegato della provincia austriaca p. Alfréd György, e diversi rappresentanti delle province camilliane, delle nostre delegazioni, sacerdoti, religiosi e fedeli di molti luoghi.
Ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica mons. Paul Bui Van Doc arcivescovo di Saigon; mons. Peter Nguyen Van Kham vescovo della diocesi di Mỹ Tho ha offerto la riflessione durante l’omelia.
DELEGAZIONE DI TAIWAN
4 novembre 2017. Per celebrare 30mo anniversario del centro ‘S. Camillo’, per persone con handicap, a Lotung è stata organizzata una gara podistica, una maratona con più di 1000 partecipanti. Sono stati venduti diversi gadget, per raccogliere fondi e stabilizzare la situazione finanziaria del centro.
7 novembre 2017. Circa cinquanta medici cinesi che lavorano in U.S.A. hanno visitato il nostro ospedale St. Mary’s per uno scambio di esperienze e di conoscenze.
16 novembre 2017. Per la festa della Madonna della Salute, nel pomeriggio è stata celebrata la prima festa di ringraziamento, da parte dei due nuovi sacerdoti camilliani vietnamiti. Hanno celebrato l’eucaristia nella nuova chiesa di ‘S. Camillo’ che proprio in occasione della festa della Madonna della Salute è stata proclamato dal vescovo di Taipei, nuovo Santuario Diocesano.
ROMA – ‘S. MARIA MADDALENA’ – 16 NOVEMBRE 2017: FESTA DI MARIA ‘SALUS INFIRMORUM’
Dal contesto degli elementi mariani presenti nella vita di san Camillo, si deduce che la Beata Vergine Maria per lui, sia soprattutto la Madre della Sanità, la garanzia della Salute del corpo e dello spirito, ed ogni appuntamento di grazia in lui – la conversione, l’idea originaria della fondazione dell’Ordine, la riflessione sul dolore e la sofferenza – ha trovato la sua scaturigine da una profonda dimensione mariana.
La celebrazione eucaristica è stata presieduta da Sua Ecc.za Mons. José Rodríguez Carballo, segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, con la presenta di mons. Séraphin François Rouamba, arcivescovo di Koupéla (Burkina Faso), del Superiore generale, di tutti i Consultori dell’Ordine e con la presenza di 23 confratelli della comunità camilliane di Roma. I fedeli della ‘Maddalena’ e le Figlie di san Camillo hanno animato la liturgia.
Cfr. PREGHIERA ALLA MADONNA DELLA SALUTE
Cfr. Maria Salute degli Infermi nell’esperienza spirituale di San Camillo (di p. Felice Ruffini)
18 NOVEMBRE 2017: trasmissione nazionale su RAI1 dalla ‘Maddalena’
La trasmissione è visibile gratuitamente anche sul sito internet della rai http://www.raiplay.it/
19 NOVEMBRE 2017: GIORNATA MONDIALE DEI POVERI
Cfr. NON AMIAMO A PAROLE MA CON I FATTI. MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO per la PRIMA GIORNATA MONDIALE DEI POVERI, domenica XXXIII del Tempo Ordinario, 19 novembre 2017.
8 DICEMBRE 2017: RINNOVAZIONE DEI VOTI RELIGIOSI NELLA SOLENNITÀ DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA
FONDAZIONE PRO.SA
Dal 1 Dicembre 2017 al 22 gennaio 2018 VOTA E FAI VOTARE per Fondazione Pro.Sa
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Più click riceveremo più grande sarà il sostegno che potremo dare alle donne delle periferie di Lusaka nello Zambia
PROVINCIA SICULO-NAPOLETANA
La giornata mondiale dei poveri, in ‘salsa’ camilliana
In questi giorni è stata potenziata l’offerta sanitaria gratuita per tutti gli ‘amici della mensa’ – mensa che ogni giorno sforna circa 50-60 pasti – che al centro ‘san Camillo’ ogni giorno vengono ripuliti (offerta della doccia, del cambio della biancheria), accuditi (offerta di sostegno presso il centro di ascolto) e sfamati. Anche in questi giorni, alcuni militari americani di stanza alla base di Sigonella hanno offerto il loro aiuto e le loro competenze, soprattutto in ambito sanitario, per offrire il loro sostegno ‘alla comunità civile che li ospita nella propria terra’.
Programma della missione camilliana parrocchiale di Santa Maria Stella Maris – Manfredonia
PROVINCIA DI SPAGNA
«I nostri fondatori sono stati mossi dallo Spirito e non hanno avuto paura di sporcarsi le mani con la vita quotidiana, con i problemi della gente, percorrendo con coraggio le periferie geografiche ed esistenziali. Non si sono fermati davanti agli ostacoli e alle incomprensioni degli altri, perché hanno mantenuto nel cuore lo stupore per l’incontro con Cristo. Non hanno addomesticato la grazia del Vangelo; hanno avuto sempre nel cuore una sana inquietudine per il Signore, un desiderio struggente di portarlo agli altri, come hanno fatto Maria e Giuseppe nel tempio. Anche noi siamo chiamati oggi a compiere scelte profetiche e coraggiose».
papa Francesco, FESTA DELLA PRESENTAZIONE DEL SIGNORE – XX GIORNATA MONDIALE DELLA VITA CONSACRATA
Martedì, 2 febbraio 2016
“Quiero ser religioso camilo” Testimonio vocacional
Padre Dionisio Mans
Dopo oltre 30 anni di servizio nella Comunità di Siviglia, P. Dionisio Manso inizierà una nuova missione nella Comunità di San Pere de Ribes. La Provincia spagnola, la sua famiglia e gli amici ringraziano Dio per la sua generosità, dedizione verso gli ammalati e alla Chiesa durante tutti questi anni di servizio in modo speciale nella Comunità di Siviglia, dove ha svolto la maggior parte del suo ministero camilliano.
VICE PROVINCIA DEL PERÙ
Mons. Nicola Girasoli, Nunzio Apostolico del Perù ha presieduto l’Eucaristica celebrata in occasione della festa dedicata alla Madonna della Salute.
Ha approfittato della sua visita per visitare anche il Santuario dedicato al beato Luigi Tezza (luogo dove morì) e la clinica San Camillo.
CAPPELLANIA OSPEDALE SAN GIOVANNI
DELEGAZIONE IN MADAGASCAR
Dal 7 novembre fino al’11 novembre 2017 si è svolta presso il Centro Spirituale Notre Dame de la Salette ad Antsahasoa nella Diocesi di Antsirabe la XXXVI-esima Assemblea Generale dell’Unione dei Religiosi Formatori della Grande Isola.
L’8 e il 9 novembre 2017, Don Roger RAZAFINIANJA, direttore del Distretto di Sakalalina della Diocesi d’Ihosy, ha animato una sessione sul ruolo della comunicazione negli ambiti educativi in particolare nelle case di formazione dei Religiosi. Oltre ad aver permesso ai 33 partecipanti, provenienti da 19 congregazioni maschili, di leggere la realtà odierna, l’animatore ha cercato di aiutare i presenti a rispondere alle sfide educative relative alla comunicazione.
Il 10 novembre 2017, dopo lo scambio informativo tra congregazioni e regioni i partecipanti hanno proceduto al rinnovo del Consiglio Direttivo che ha già sorpasso di un anno la normale scadenza prevista dallo statuto: 2 anni rinnovabili una sola volta. I 3 reduci del precedente consiglio ha infatti dovuto fare un anno di più di transizione. Scelti i 6 membri, l’ormai ex-Consiglio Direttivo cui presidente è stato Padre Albert RAINIHERINORO (M.I) ha consegnato il timbro al nuovo presidente Padre Gerard RAMAROSON (M.S). Auguri di buona missione al nuovo Consiglio.
DELEGAZIONE IN CILE
CADIS – QUESTIONARIO
Scopo principale del ministero e della testimonianza camilliana è sempre stato, dal costituirsi dell’Ordine ad oggi, quello di offrire un intervento e un sostegno alle vittime dei disastri naturali o a quelli causati dall’uomo tra cui i conflitti bellici. Prova ne è il quarto voto che emettono i camilliani: quello di servire l’umanità sofferente anche a rischio della propria vita.
• Nel 1995 il 54° Capitolo Generale celebrato a Bucchianico, ha deliberato di istituire una task force con i propositi di rispondere alle emergenze socio-sanitarie della nostra modernità.
• Nel 2000 la Consulta Generale nomina la CAMILLIAN TASK FORCE, meglio conosciuta come CTF.
• Nel 2015, durante il raduno dei Superiori Maggiori dell’Ordine, la Consulta in accordo con questi ultimi e dopo un’attenta analisi strategica dell’organizzazione, decise di istituzionalizzare la CTF. Istituzionalizzazione che viene approvata sotto la forma giuridica di Fondazione, denominata CADIS CAMILLIAN DISASTER SERVICE INTERNATIONAL.
Nel 2016, CADIS viene iscritta dalla Prefettura di Roma al Registro delle Persone Giuridiche diventando a tutti gli effetti una Fondazione.
Con l’augurio di far diventare CADIS un’organizzazione attraverso la quale poter rilanciare un messaggio di speranza fra le popolazioni colpite e sofferenti dai disastri e realtà disumane, ci proponiamo di rendere questo spirito di iniziativa sempre più consolidato e coinvolgente tra i religiosi e i laici camilliani.
Per quest’ultimo motivo, saremo grati di capire da voi stessi quanto sia conosciuta questa nuova realtà all’interno dell’Ordine e quanto e che cosa possiamo migliorare per raggiungere il nostro obiettivo primario: rendere CADIS un ulteriore ambiente propizio per i religiosi dove poter dare massima testimonianza del Carisma Camilliano a chi ne soffre e ha bisogno.
Tanti auguri per un Anno pieno di solidarietà – CADIS – CALENDARIO 2018
KENYA – UGANDA – TANZANIA
PROVINCIA DEL BURKINA FASO
I camilliani del Burkina Faso, il 12 novembre 2017, hanno anche festeggiato con gioia i 50 anni della presenza pastorale presso l’ospedale ‘Yalgado Ouédraogo’ di Ouagadougou: 50 anni di servizio ai malati e di vicinanza e di animazione del personale sanitario, iniziato su invito del cardinale Paul Zoungrana, allora arcivescovo di Ouagadougou (i camilliani arrivarono in Burkina nel 1966). Il giubileo è stato solennizzato con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Joachim Ouédraogo, molti religiosi camilliani, religiose Figlie di san Camillo e fedeli. Sono state ripercorse le tappe principali di questo lungo ‘viaggio’, illuminato dalla forza e dal fascino di san Camillo de Lellis.






BADOLO Nestor e TAPSOBA Martinien, professi solenni della Provincia Camilliana del Burkina Faso, sono stati ordinati diaconi il 7 dicembre, a Ouagadougou dal Vescovo di Koudougou, Monsignor Joachim Ouédraogo, in occasione del rinnovo annuale dei voti dei religiosi della Provincia.
INCONTRO CAMILLIANO INTER CONGREGAZIONALE
AGENDA DEL SUPERIORE GENERALE E DELLA CONSULTA GENERALE
Dal 26 novembre al 1 dicembre 2017, p. Leocir Pessini e p. Laurent Zoungrana parteciperanno all’incontro dei delegati e dei formatori delle comunità camilliane dell’Africa Anglofona (Kenya, Uganda, Tanzania).
Dal 5 al 11 dicembre 2017 – solennità dell’Immacolata concezione di Maria – il superiore generale, sarà in Vietnam per celebrare i 25 anni dall’arrivo dei Camilliana in quella nazione del Sud-Est Asiatico.
Dal 17 al 27 dicembre 2017 p. Aris Miranda e p. Efisio Locci saranno in visita ai confratelli che vivono ed operano in Repubblica Centro Africana.
CAMILLIANUM
“Nei giorni scorsi Papa Francesco ha sottolineato la necessità di un ‘supplemento di saggezza’ nel discernimento delle situazioni di fine vita. Un richiamo quanto mai importante anche in considerazione di quanto la questione sia sempre più pressante negli ambiti sociale, culturale e politico”. Lo dice Palma Sgreccia, preside del Camillianum, a proposito del messaggio del Papa al presidente della Pontificia Accademia per la Vita, in occasione del Meeting regionale europeo della “World Medical Association” sulle questioni del “fine-vita”.
MINISTRE DEGLI INFERMI DI SAN CAMILLLO
“LA NOSTRA STORIA” – DAL NOSTRO ARCHIVIO STORICO
Dalla nostra Costituzione n. 8: «San Camillo, oggetto egli stesso di misericordia (cfr. Vms 45-46; 55) e maturato dall’esperienza del dolore, seguendo l’esempio e l’insegnamento di Cristo misericordioso, fu chiamato da Dio per assistere i malati e insegnare agli altri il modo di servirli. Incoraggiato da Cristo crocifisso a continuare nell’opera intrapresa, dedicò se stesso e l’Ordine al servizio dei sofferenti. Scelse la croce rossa (cfr. Vms 77; 70) come segno distintivo del suo Ordine e diede ai suoi religiosi il nome di «Ministri degli Infermi», ispirandosi alla parola di Cristo che «non è venuto per essere servito ma per servire» (Mc 10, 45)».
Il Pontefice Sisto Quinto desidera vedere Camillo e gli dona facoltà di portar la Croce à vestimenti
CAP. XXXVIII
Non solo in quel principio la buona memoria del Cardinale Mondovi si mostrò amorevole, et affettionato di Camillo, ma anco altri personaggi di conto, uno de’ quali fù il Cardinale Sans. Il quale quando fece relatione al Pontefice di quanto era stato concluso nella sacra Congregatione, gli lodò, e commendò tanto caldamente questo Instituto insieme con la bontà del fondatore che gli fece venir voglia di vedere e conoscere quest’huomo. Del che essendo stato avisato Camillo dal Sans per mezzo di Monsignor Cassano, andò subito a ritrovar il Pontefice nel Vaticano. Dove havendogli baciato i piedi con parole piene di molta semplicità gli disse che lui era Camillo servo inutile di cui indegnamente s’era servito Iddio per fondar quella Congregatione ch’ultimamente era stata dalla Santità sua confermata. Del che era andato à rendergline infinite gratie, et a sottometterla alhora per sempre a suoi santi piedi, e de suoi successori, et à quella Santa Sede Apostolica. Rispose il Pontefice che lo vedeva e conosceva volentieri e con suo contento, promettendo che nell’occorrenze gli haverebbe sempre aiutati, e favoriti. Nella qual benigna risposta confidato Camillo prese ardire di dimandargli gratia di poter cosi lui come tutti gl’altri della sua Congregatione portar una croce di panno Leonato sopra la sottana, e mantello per maggior distintione tra essi, e gli altri Chierici Regolari. Al che di buona voglia acconsentì il Pontefice dicendo esser ragionevole che si come l’instituto era differente da gli altri cosi ancora l’habito fusse differente, onde ordinò che gli ne facesse memoriale. Quale essendo stato fatto e da Camillo a sua Santità appresentato fù da quella alla medesima sacra Congregatione de Regolari commesso. Dove havendo Camillo presentata la forma, e misura della Croce che desiderava portare dipinta in un foglio di carta fù similmente tal dimanda giudicata necessaria. E però con un altro Breve Apostolico datto alli 26 di Giugno 1586 fù data facoltà a Camillo, e compagni di portare la Croce (cfr. Vms 77-78).
INCONTRI DELL’ORDINE CAMILLIANO (2014 – 2020)
RELIGIOSI DEFUNTI
«Ecco, ora svaniscono. I volti e i luoghi, con quella parte di noi che, come poteva, li amava, per rinnovarsi, trasfigurati, in un’altra trama!» (T.S. Eliot).
FRATEL VALENTINO SARTORI (1931 – 2018)
PADRE RICHARD LUBAALE (1978–2017)
PADRE RENZO ROCCABRUNA (1935 – 2017)
SIMEÓN PONGO CHANTA (1971-2017)
Dopo i corsi di scuola primaria frequentati nella scuola del suo paese natale, e gli studi di scuola secondaria vissuti presso il collegio ‘Antonio Raimondi’ di Rumipite, è entrato nel seminario maggiore ‘San Luis Gonzaga’ di Jaen nel marzo 1991 per gli studi di lettere e di filosofia. Al termine dell’anno di lavoro pastorale a San Ignacio, anche su indicazione del vescovo, ha continuato la sua esperienza pastorale insegnando nel collegio e collaborando nella parrocchia. CONTINUA A LEGGERE.
Il 1 novembre 2017, nella Clinica delle Figlie di san Camillo a Lima – Perù – è deceduta la religiosa sr. Lucila PANDO, di nazionalità peruana; Aveva 66 anni, di cui 31 di vita religiosa. È morta dopo una lunga malattia.
Il 20 novembre, presso la Casa di Cura delle Figlie di San Camillo di Cremona, è morta sr. Alessandra RIZZI. Aveva 90 anni, di cui 67 di vita religiosa. La raccomandiamo alla preghiera di tutti i Santi, perché possa godere della Beatitudine del Cielo insieme a loro e interceda per i bisogni della Chiesa e di ognuno di noi.
«Ora vivono in Cristo, che hanno incontrato nella Chiesa, seguito nella nostra vocazione, servito nei malati e sofferenti. Nella fiducia che il Signore, la Vergine Santa nostra Regina, san Camillo – i beati Luigi Tezza e Giuseppina Vannini – e i nostri Confratelli e Consorelle defunti li accoglieranno fra loro, li affidiamo nella preghiera ricordandoli con affetto, stima e gratitudine».
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Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre Francesco ha inviato ai partecipanti alla XXXII Conferenza Internazionale sul tema “Affrontare le disparità globali in materia di salute”, organizzata dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale in collaborazione con il Comitato Internazionale delle Istituzioni Sanitarie Cattoliche. (Aula Nuova del Sinodo, 16-18 novembre 2017).
Desidero far giungere il mio cordiale saluto ai partecipanti alla XXXII Conferenza internazionale sul tema Affrontare le disparità globali in materia di salute. Ringrazio di cuore quanti hanno collaborato per l’evento, in particolare il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e la Confederazione Internazionale delle Istituzioni Sanitarie Cattoliche.
Nella Conferenza dello scorso anno, a fronte di alcuni dati positivi riguardanti l’aspettativa di vita media e la lotta alle malattie a livello globale, era risultato evidente il grande divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri nell’accesso alle cure e ai trattamenti sanitari. Si decise così di affrontare concretamente il tema delle disparità e dei fattori sociali, economici, ambientali e culturali che le alimentano. La Chiesa non può non interessarsene, nella consapevolezza che la sua missione, orientata al servizio dell’essere umano creato a immagine di Dio, è tenuta a farsi carico anche della cura della sua dignità e dei suoi diritti inalienabili.
Nella Nuova Carta degli Operatori Sanitari è scritto, al riguardo, che «il diritto fondamentale alla tutela della salute attiene al valore della giustizia, secondo il quale non ci sono distinzioni di popoli e nazioni, tenuto conto delle oggettive situazioni di vita e di sviluppo dei medesimi, nel perseguimento del bene comune, che è contemporaneamente bene di tutti e di ciascuno» (n. 141). La Chiesa suggerisce che l’armonizzazione del diritto alla tutela della salute e del diritto alla giustizia venga assicurata da un’equa distribuzione di strutture sanitarie e di risorse finanziarie, secondo i principi di solidarietà e di sussidiarietà. Come la Carta ricorda, «anche i responsabili delle attività sanitarie devono lasciarsi provocare in modo forte e singolare, consapevoli che “mentre i poveri del mondo bussano ancora alle porte dell’opulenza, il mondo ricco rischia di non sentire più quei colpi alla sua porta, per una coscienza oramai incapace di riconoscere l’umano”» (n. 91; Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate, 75).
Apprendo con soddisfazione che la Conferenza ha elaborato un progetto per contribuire ad affrontare concretamente queste sfide: l’istituzione di una piattaforma operativa di condivisione e collaborazione tra le istituzioni sanitarie cattoliche presenti nei diversi contesti geografici e sociali. Volentieri incoraggio gli attori di tale progetto a perseverare nell’impegno, con l’aiuto di Dio. A ciò sono chiamati anzitutto gli operatori sanitari e le loro associazioni professionali, tenuti a farsi promotori di una sempre maggiore sensibilizzazione presso le istituzioni, gli enti assistenziali e l’industria sanitaria, affinché tutti possano realmente beneficiare del diritto alla tutela della salute. Certamente, esso non dipende solo dall’assistenza sanitaria, ma anche da complessi fattori economici, sociali, culturali e decisionali. Perciò «la necessità di risolvere le cause strutturali della povertà non può attendere, non solo per una esigenza pragmatica di ottenere risultati e di ordinare la società, ma per guarirla da una malattia che la rende fragile e indegna e che potrà solo portarla a nuove crisi. I piani assistenziali, che fanno fronte ad alcune urgenze, si dovrebbero considerare solo come risposte provvisorie. Finché non si risolveranno radicalmente i problemi dei poveri, rinunciando all’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e aggredendo le cause strutturali della iniquità, non si risolveranno i problemi del mondo e in definitiva nessun problema. L’iniquità è la radice dei mali sociali» (Esort. ap.Evangelii gaudium, 202).
Vorrei anche soffermarmi su un aspetto imprescindibile, soprattutto per chi serve il Signore dedicandosi alla salute dei fratelli. Se l’aspetto organizzativo è fondamentale per prestare le cure dovute e offrire la migliore attenzione all’essere umano, è anche necessario che non vengano mai a mancare, negli operatori sanitari, le dimensioni dell’ascolto, dell’accompagnamento e del sostegno alla persona. Gesù, nella parabola del Buon Samaritano, ci offre gli atteggiamenti attraverso cui concretizzare la cura nei riguardi del nostro prossimo segnato dalla sofferenza. Il Samaritano anzitutto “vede”, si accorge e “ha compassione” per l’uomo spogliato e ferito. Non è una compassione sinonimo solo di pena o dispiacere, è qualcosa di più: indica la predisposizione a entrare nel problema, a mettersi nella situazione dell’altro. Anche se l’uomo non può uguagliare la compassione di Dio, che entra nel cuore dell’uomo e abitandolo lo rigenera, tuttavia può imitarla “facendosi vicino”, “fasciando le ferite”, “facendosene carico”, “prendendosi cura” (cfr Lc 10,33-34). Un’organizzazione sanitaria efficiente e in grado di affrontare le disparità non può dimenticare la sua sorgente primaria: la compassione, del medico, dell’infermiere, dell’operatore, del volontario, di tutti coloro che per questa via possono sottrarre il dolore alla solitudine e all’angoscia.
La compassione è una via privilegiata anche per edificare la giustizia, perché, mettendoci nella situazione dell’altro, non solo ci permette di incontrarne le fatiche, le difficoltà e le paure, ma pure di scoprirne, all’interno della fragilità che connota ogni essere umano, la preziosità e il valore unico, in una parola: la dignità. Perché la dignità umana è il fondamento della giustizia, mentre la scoperta dell’inestimabile valore di ogni uomo è la forza che ci spinge a superare, con entusiasmo e abnegazione, le disparità.
Desidero infine rivolgermi ai rappresentanti di alcune ditte farmaceutiche che sono stati convocati qui a Roma per affrontare il problema dell’accesso alle terapie antiretrovirali in età pediatrica. Vi è un passaggio della Nuova Carta per gli Operatori Sanitari che vorrei affidarvi: «Se è innegabile che la conoscenza scientifica e la ricerca delle imprese del farmaco abbiano leggi proprie alle quali attenersi, come, ad esempio, la tutela della proprietà intellettuale e un equo profitto quale supporto all’innovazione, queste devono trovare adeguata composizione con il diritto all’accesso alle terapie essenziali e\o necessarie soprattutto dei Paesi meno sviluppati, e ciò soprattutto nel caso delle cosiddette “malattie rare” e “neglette”, alle quali si accompagna il concetto di “farmaci orfani”. Le strategie sanitarie, volte al perseguimento della giustizia e del bene comune, devono essere economicamente ed eticamente sostenibili. Infatti, mentre devono salvaguardare la sostenibilità sia della ricerca sia dei sistemi sanitari, dovrebbero al contempo rendere disponibili farmaci essenziali in quantità adeguate, in forme farmaceutiche fruibili e di qualità garantita, accompagnati da un’informazione corretta e a costi accessibili ai singoli e alle comunità» (n. 92).
Vi ringrazio per il generoso impegno con cui esercitate la vostra preziosa missione. Vi do la benedizione apostolica e vi chiedo di ricordarvi di me nella preghiera.
Dal Vaticano, 18 novembre 2017 FRANCESCO
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MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI PARTECIPANTI AL MEETING REGIONALE EUROPEO DELLA “WORLD MEDICAL ASSOCIATION” SULLE QUESTIONI DEL “FINE-VITA“
[Vaticano, 16-17 novembre 2017]
Il vostro incontro si concentrerà sulle domande che riguardano la fine della vita terrena. Sono domande che hanno sempre interpellato l’umanità, ma oggi assumono forme nuove per l’evoluzione delle conoscenze e degli strumenti tecnici resi disponibili dall’ingegno umano. La medicina ha infatti sviluppato una sempre maggiore capacità terapeutica, che ha permesso di sconfiggere molte malattie, di migliorare la salute e prolungare il tempo della vita. Essa ha dunque svolto un ruolo molto positivo. D’altra parte, oggi è anche possibile protrarre la vita in condizioni che in passato non si potevano neanche immaginare. Gli interventi sul corpo umano diventano sempre più efficaci, ma non sempre sono risolutivi: possono sostenere funzioni biologiche divenute insufficienti, o addirittura sostituirle, ma questo non equivale a promuovere la salute. Occorre quindi un supplemento di saggezza, perché oggi è più insidiosa la tentazione di insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona.
Il Papa Pio XII, in un memorabile discorso rivolto 60 anni fa ad anestesisti e rianimatori, affermò che non c’è obbligo di impiegare sempre tutti i mezzi terapeutici potenzialmente disponibili e che, in casi ben determinati, è lecito astenersene (cfr Acta Apostolicae Sedis XLIX [1957],1027-1033). È dunque moralmente lecito rinunciare all’applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito “proporzionalità delle cure” (cfr Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione sull’eutanasia, 5 maggio 1980, IV: Acta Apostolicae Sedis LXXII [1980], 542-552). L’aspetto peculiare di tale criterio è che prende in considerazione «il risultato che ci si può aspettare, tenuto conto delle condizioni dell’ammalato e delle sue forze fisiche e morali» (ibid.). Consente quindi di giungere a una decisione che si qualifica moralmente come rinuncia all’“accanimento terapeutico”.
È una scelta che assume responsabilmente il limite della condizione umana mortale, nel momento in cui prende atto di non poterlo più contrastare. «Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire», come specifica il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 2278). Questa differenza di prospettiva restituisce umanità all’accompagnamento del morire, senza aprire giustificazioni alla soppressione del vivere. Vediamo bene, infatti, che non attivare mezzi sproporzionati o sospenderne l’uso, equivale a evitare l’accanimento terapeutico, cioè compiere un’azione che ha un significato etico completamente diverso dall’eutanasia, che rimane sempre illecita, in quanto si propone di interrompere la vita, procurando la morte.
Certo, quando ci immergiamo nella concretezza delle congiunture drammatiche e nella pratica clinica, i fattori che entrano in gioco sono spesso difficili da valutare. Per stabilire se un intervento medico clinicamente appropriato sia effettivamente proporzionato non è sufficiente applicare in modo meccanico una regola generale. Occorre un attento discernimento, che consideri l’oggetto morale, le circostanze e le intenzioni dei soggetti coinvolti. La dimensione personale e relazionale della vita – e del morire stesso, che è pur sempre un momento estremo del vivere – deve avere, nella cura e nell’accompagnamento del malato, uno spazio adeguato alla dignità dell’essere umano. In questo percorso la persona malata riveste il ruolo principale. Lo dice con chiarezza il Catechismo della Chiesa Cattolica: «Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità» (ibid.). È anzitutto lui che ha titolo, ovviamente in dialogo con i medici, di valutare i trattamenti che gli vengono proposti e giudicare sulla loro effettiva proporzionalità nella situazione concreta, rendendone doverosa la rinuncia qualora tale proporzionalità fosse riconosciuta mancante. È una valutazione non facile nell’odierna attività medica, in cui la relazione terapeutica si fa sempre più frammentata e l’atto medico deve assumere molteplici mediazioni, richieste dal contesto tecnologico e organizzativo.
Va poi notato il fatto che questi processi valutativi sono sottoposti al condizionamento del crescente divario di opportunità, favorito dall’azione combinata della potenza tecnoscientifica e degli interessi economici. Trattamenti progressivamente più sofisticati e costosi sono accessibili a fasce sempre più ristrette e privilegiate di persone e di popolazioni, ponendo serie domande sulla sostenibilità dei servizi sanitari. Una tendenza per così dire sistemica all’incremento dell’ineguaglianza terapeutica. Essa è ben visibile a livello globale, soprattutto comparando i diversi continenti. Ma è presente anche all’interno dei Paesi più ricchi, dove l’accesso alle cure rischia di dipendere più dalla disponibilità economica delle persone che dalle effettive esigenze di cura.
Nella complessità determinata dall’incidenza di questi diversi fattori sulla pratica clinica, ma anche sulla cultura della medicina in generale, occorre dunque tenere in assoluta evidenza il comandamento supremo della prossimità responsabile, come chiaramente appare nella pagina evangelica del Samaritano (cfr Luca 10, 25-37). Si potrebbe dire che l’imperativo categorico è quello di non abbandonare mai il malato. L’angoscia della condizione che ci porta sulla soglia del limite umano supremo, e le scelte difficili che occorre assumere, ci espongono alla tentazione di sottrarci alla relazione. Ma questo è il luogo in cui ci vengono chiesti amore e vicinanza, più di ogni altra cosa, riconoscendo il limite che tutti ci accumuna e proprio lì rendendoci solidali. Ciascuno dia amore nel modo che gli è proprio: come padre o madre, figlio o figlia, fratello o sorella, medico o infermiere. Ma lo dia! E se sappiamo che della malattia non possiamo sempre garantire la guarigione, della persona vivente possiamo e dobbiamo sempre prenderci cura: senza abbreviare noi stessi la sua vita, ma anche senza accanirci inutilmente contro la sua morte. In questa linea si muove la medicina palliativa. Essa riveste una grande importanza anche sul piano culturale, impegnandosi a combattere tutto ciò che rende il morire più angoscioso e sofferto, ossia il dolore e la solitudine.
In seno alle società democratiche, argomenti delicati come questi vanno affrontati con pacatezza: in modo serio e riflessivo, e ben disposti a trovare soluzioni – anche normative – il più possibile condivise. Da una parte, infatti, occorre tenere conto della diversità delle visioni del mondo, delle convinzioni etiche e delle appartenenze religiose, in un clima di reciproco ascolto e accoglienza. D’altra parte lo Stato non può rinunciare a tutelare tutti i soggetti coinvolti, difendendo la fondamentale uguaglianza per cui ciascuno è riconosciuto dal diritto come essere umano che vive insieme agli altri in società. Una particolare attenzione va riservata ai più deboli, che non possono far valere da soli i propri interessi. Se questo nucleo di valori essenziali alla convivenza viene meno, cade anche la possibilità di intendersi su quel riconoscimento dell’altro che è presupposto di ogni dialogo e della stessa vita associata. Anche la legislazione in campo medico e sanitario richiede questa ampia visione e uno sguardo complessivo su cosa maggiormente promuova il bene comune nelle situazioni concrete.
Nella speranza che queste riflessioni possano esservi di aiuto, vi auguro di cuore che il vostro incontro si svolga in un clima sereno e costruttivo; che possiate individuare le vie più adeguate per affrontare queste delicate questioni, in vista del bene di tutti coloro che incontrate e con cui collaborate nella vostra esigente professione.
Il Signore vi benedica e la Madonna vi protegga.
Dal Vaticano, 7 novembre 2017 FRANCESCO
PREGHIERA PER LE VITTIME DI DISASTRI DI OGNI GENERE
Per tutte le vittime di disastri di ogni genere, per le persone che hanno perso la vita, per i loro cari, per i sopravvissuti e per tutti quelli che si adoperano nel soccorso, preghiamo:
Dio Celeste, che hai creato e conservi ogni esistenza,
Tu conosci tutta la nostra tristezza e la nostra sofferenza. Tutte le vittime delle catastrofi di ogni genere siano accolte nella tua pace! Ricevi, noi ti preghiamo, nella tua misericordia, i tanti nostri fratelli e sorelle, sepolti dalle forze scaturite dalla natura. Conducili nella tua dimora!
Consola il dolore di tante famiglie, asciuga le lacrime di tanti fratelli, proteggi la solitudine di tanti orfani. Infondi a tutti coraggio perché il dolore si trasformi in cammino di crescita e di speranza.
Suscita nel cuore dei cristiani e di tutti gli uomini di buona volontà il desiderio di impegnarsi affinché i feriti e coloro che soffrono a causa di queste calamità, sperimentino il conforto della solidarietà fraterna.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Padre Nostro – Ave Maria – Gloria